Mercato immobiliare in ripresa ma la Brexit getta un’ombra
All’euforia per la crescita di compravendite nei primi mesi del 2016, si sostituisce la preoccupazione per gli effetti dell’uscita dall’Unione Europea del Regno Unito. Per Nomisma, prossimi sei mesi incerti.
Stefania Aoi
La Brexit porta con sé incertezza anche sul mercato immobiliare, dopo che i segnali registrati nei primi mesi del 2016 lasciavano ben sperare per la ripresa delle compravendite non solo delle abitazioni ma anche degli immobili destinati alle imprese. È questo quanto registrato dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare di luglio, curato da Nomisma. I segnali migliori arrivavano dalle compravendite di abitazioni: +3,6% nel 2014, +6,5% nel 2015 e più 20,6% nei primi tre mesi 2016. Un periodo, quest’ultimo, che ha visto crescere anche le transazioni di immobili commerciali del 14,5% e degli immobili per il terziario di un 1,3%.
Ma adesso gli italiani continueranno a comprare? L’istituto di ricerca bolognese prevede un lento processo di espansione nei prossimi due o tre anni, con un recupero graduale seppure incompleto rispetto agli anni pre-crisi. “Le erogazioni di mutui potrebbero tuttavia ridursi in questi prossimi sei mesi, - spiegano da Nomisma - per poi riprendere il percorso di espansione tra il 2017 e il 2018”. Certezze non ce ne sono, anche perché i segnali di ripresa del mercato immobiliare registrati fino a oggi sono così fragili e soprattutto arrivano dopo 9 anni durante i quali il mercato delle compravendite, nelle tredici grandi città italiane, si è ridimensionato del 40% per quanto riguarda le abitazioni e si è dimezzato per quanto riguarda gli immobili per l’impresa.
In alcune città come Roma e Milano, ancora adesso nel segmento uffici si registra, secondo Nomisma, un ulteriore rallentamento. Altro dato che fa riflettere l’istituto di ricerca è che i prezzi continuino a scendere, nonostante, dopo circa due anni dall’aumento degli scambi, questi in genere crescano. Invece, ancora nel primo semestre del 2016, il valore delle abitazioni di nuova costruzione ha perso l’1,8%, mentre quello degli uffici il -2,5%. Sempre in questo periodo, si sono però ridotti i tempi per la conclusione delle trattative delle case e si è registrato un ritorno degli investitori.
Incertezze a parte, Nomisma stima che 852mila famiglie siano oggi alla ricerca di una casa da acquistare, e di queste 395mila sperino in un mutuo. I finanziamenti da erogare entro fine anno dovrebbero così ammontare ai 47 miliardi di euro. Una cifra superiore al finanziamento erogato nel 2015, comprensivo però delle operazioni di surroga e sostituzione, quando i miliardi erogati erano 41, contro i 24 del 2014. Secondo stime Nomisma, il peso delle surroghe in tutto questo periodo è passato dal 7,5% nel 2014 al 28,4% nel 2015 e al 28% del 2016. Circa 53mila le famiglie sono poi intenzionate ad accendere un mutuo per la ristrutturazione dell’abitazione principale nei prossimi dodici mesi, mentre sono oltre 1,8 milioni le famiglie che non escludono di farlo in futuro.
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